Perché l’alimentazione può essere un importante alleata nella Sindrome dell’Ovaio Policistico?
Partiamo dal principio…
La PCOS, secondo i criteri di Rotterdam, è caratterizzata da almeno 2 di:
- Amenorrea (assenza di cicli mestruali) o oligomenorrea (cicli irregolari)
- Presenza di cisti ovariche su entrambe o una delle due ovaie
- Iperandrogenismo, cioè eccesso di androgeni che si manifesta a livello biochimico e clinico con acne, irsutismo, obesità centrale (cioè a livello addominale) e/o alterazioni della fertilità
Quindi è definita sindrome proprio a causa di queste condizioni che influenzano tutta la sfera ormonale, non solo quella prettamente sessuale, con conseguenze a livello riproduttivo e metabolico.
Le conseguenze metaboliche principali sono peso corporeo eccessivo con difficoltà a dimagrire, obesità centrale, dislipidemia, insulino-resistenza e sindrome metabolica, che possono aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e patologie cardiovascolari.
Anche le donne che hanno un peso corporeo nella norma sperimentano queste “anomalie”.
La chiave di tutto ciò è proprio l’insulina che viene prodotta in eccesso a causa dell’azione degli androgeni, i tessuti del nostro corpo non rispondono più (insulino-resistenza) e il corpo compensa questa non responsività producendone ancora (iperinsulinemia)! (da notare che l’insulino-resistenza però non rientra nei criteri diagnostici).
Come in un circolo vizioso, l’iperinsulinemia stimola l’ovaio a produrre androgeni… ma di questo ne parleremo meglio nel prossimo articolo di Arianna Izzo.
Una dieta mirata, che tenga conto non solo del quadro ormonale ma anche delle abitudini della persona, è importante per il controllo del peso corporeo, per il miglioramento dei sintomi e per la gestione di tutte quelle complicanze che derivano dall’insulino-resistenza e dall’iperandrogenismo.
Più della metà delle donne affette da PCOS è in sovrappeso o obesa (cioè ha un indice di massa corporea o BMI superiore a 25).
In questo caso la perdita di peso non è solamente un fattore estetico, anzi… In generale l’eccesso di peso può provocare infertilità e si associa ad anomalie del ciclo mestruale, disfunzione ovulatoria, scarsa qualità oocitaria e complicanze durante la gravidanza.
Tutti questi problemi possono essere già presenti nelle donne con PCOS a seconda del fenotipo, quindi l’eccesso di peso contribuisce al peggioramento della situazione.
La riduzione del peso corporeo è fondamentale per il miglioramento dei sintomi, si stima che anche una riduzione di circa il 5% del peso iniziale (quindi se pesate 80 kg anche perdere solo 4 kg) migliora la regolarità mestruale riducendo i livelli circolanti di insulina e migliorando l’iperandrogenismo ed aumenti la probabilità di concepimento del 78%.
Caratteristica è anche la deposizione del grasso: noi donne tendiamo ad accumulare grasso a livello di cosce e fianchi, mentre nella PCOS, a causa dell’eccesso di androgeni, prevale la deposizione di grasso a livello addominale e questa particolare distribuzione è ulteriormente responsabile di insulino-resistenza.
L’accumulo di grasso a livello dell’addome si presenta anche nelle donne con un peso corporeo nella norma.
Il cosiddetto grasso viscerale non è inerte ma produce tutta una serie di sostanze che possono determinare infiammazione sistemica e stress ossidativo, importanti cause di aumento del rischio di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari.
Importante: anche le donne con un BMI nella norma (tra 18.5 e 24.9) possono soffrire di insulino-resistenza e di accumulo di grasso a livello addominale.
In questo caso non si dovrà mirare ad una perdita di peso, ma al mantenimento di questo (bisogna fare attenzione a non ingrassare!).
Inoltre, nella è comune ritrovare nel sangue alti livelli di trigliceridi e colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo cattivo) e bassi livelli di colesterolo HDL (quello “buono”). Questo porta ad un aumento del rischio cardiovascolare e l’alimentazione, anche in questo caso, può essere di aiuto per controllare le complicanze.
Al contrario di quanto si possa pensare, i grassi non vanno eliminati (è la prima cosa che viene detta quando si ha una dislipidemia!) in quanto sono i precursori degli ormoni sessuali, ma vanno assunti grassi di qualità.
Purtroppo l’inulino-resistenza è intrinseca alla PCOS, ma sappiamo che l’alimentazione ha un effetto importante sulla produzione di insulina – rilasciata in risposta al pasto ed in particolare ai carboidrati-, quindi si può cercare di modulare il circolo vizioso insulina-androgeni attraverso un’alimentazione che non stimoli troppo la produzione di questo ormone (a basso indice e carico glicemico), con un giusto apporto di fibra, bilanciata anche in proteine e grassi, che non dovranno essere eliminati, ma saranno di qualità.
Autrice: dott.ssa Natascia Dell’Agli – dietista
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BIBLIOGRAFIA
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Conway G et al. The polycystyc ovary syndrome: a position statement from the European Societyof Endocrinology, Eur J Endocrinol. 2014 Oct;171(4)
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24849517
Jeanes YM, Reeves S, Metabolic consequences of obesity and insulin resistance in polycystic ovary syndrome: diagnostic and methodological challenges, Nutr Res Rev. 2017 Jun;30(1):97-105
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28222828