Abbiamo raccolto le vostre domande più frequenti su ciclo, ovaie e pillola e le abbiamo rivolte alla dottoressa Rosanna Palmiotto, ginecologa di Udine.
Dottoressa, può spiegarci brevemente in cosa consiste un ciclo mestruale?
Un ciclo mestruale è quel periodo di tempo che intercorre tra una mestruazione e l’altra e si possono schematicamente identificare quattro eventi in ogni ciclo:
- il sanguinamento mestruale, che ha una durata e un flusso variabile da persona a persona ed anche dalle diverse fasi della vita di ogni persona;
- la fase estrogenica del ciclo (o follicolare) cioè i giorni che vanno dall’inizio della mestruazione e che arrivano all’ovulazione, anche questi possono essere molto variabili da persona a persona ed in genere la loro lunghezza determina la lunghezza del ciclo stesso, poi abbiamo l’ovulazione che si verifica grazie ad un perfetto equilibrio degli ormoni ipofisari e ovarici, (LH, FSH Estrogeni e Progesterone);
- infine la fase progestinica (o luteale) dove prevale il progesterone ed in un ciclo regolare è presoché di durata sempre uguale di circa 12/14 giorni.
È possibile avere mestruazioni in assenza di ovulazione?
Sì, è possibile avere mestruazioni senza ovulazione.
Se sì, come è possibile accorgersi se si è ovulato o meno?
È possibile imparare a riconoscere i segni dell’ovulazione: muco filante e trasparente che è presente per circa tre giorni con un andamento di aumento, picco e decrescita, può essere accompagnato durante il momento del picco da un dolore ovarico che può durare qualche ora e poi sparire. Si può imparare a riconoscere questi segni sopradescritti, con un adeguato addestramento presso centri consultoriali, ginecologhe o ostetriche dedicate che insegnano ad individuare l’ovulazione. Se una ragazza non individua questi segnali si accorge che non ovula.
Rispetto al “normale” ciclo mestruale, in cosa differisce il ciclo di una donna con PCOS con oligo/amenorrea?
Si definisce normale un ciclo che dura tra i 21 ed i 35 giorni, ma tanto più siamo vicini alla media che è 28 giorni, tanto più si considera “normale” il ciclo. L’oligo/amenorrea presente nelle donne affette da PCOS è caratterizzata da un numero di cicli in un anno minore a 9 o 10 cicli (con una intervallo tra una mestruazione all’altra, maggiore di 36 – 40 o più giorni)
È possibile presentare ovaie policistiche senza essere affette da Sindrome dell’Ovaio Policistico?
Sì, per la diagnosi di PCOS sono necessari due dei tre elementi clinici: iperandrogenismo, oligo/anovulazione e alterazioni della forma dell’ovaio diagnosticabili ecograficamente. Le ovaie policistiche isolate possono essere presenti in un grande numero si ragazze (20/25%) e non sono da considerarsi una patologia.
C’è una differenza morfologica fra i due tipi di cisti?
Le ovaie policistiche sono di volume aumentato (>di 10mL) e devono presentare almeno o più di 12 cisti di diametro compreso tra 2 e 8 mm, spesso hanno una distribuzione maggiormente periferica.
E che differenza c’è, se c’è, fra ovaio policistico, micropolicistico e multifollicolare?
L’ovaio policistico lo abbiamo descritto.
Il multifollicolare ha tanti follicoli al suo interno (tra 4 e 10) di diametro lievemente maggiore rispetto a quelle dell’ovaio policistico (4-10 mm), l’ovaio è di volume normale.
L’ovaio micropolicistico ha diversi follicoli tutti con diametro inferiore ai 4 mm.
Riassumendo, si tratta di tre diversi quadri ecografici che si differenziano per il numero, le dimensioni e la distribuzione dei follicoli che si vedono e per le dimensioni delle ovaie stesse.
La pillola anticoncezionale è ancora largamente usata dai ginecologi come unico trattamento della PCOS. Quanti tipi di pillole esistono ed in cosa differiscono?
Esistono numerosi tipi di pillole, differiscono per diverse caratteristiche: il dosaggio di estrogeni contenuti (20 o 30 mcg) oppure la presenza dell’estrogeno bioequivalente. Parlando del progestinico, l’altro ormone che è contenuto nella pillola anticoncezionale, si devono scegliere i progestinici con effetto antiandrogenico: ciproterone acetato, dienogest, drospirenone, clormadinone acetato.
In che modo la pillola anticoncezionale agisce sul sistema riproduttivo? Qual è il suo meccanismo di azione?
La pillola blocca l’attività ovarica, non permette che si verifichi l’ovulazione, agisce inoltre con altri espedienti per evitare il concepimento: ispessimento del muco che si forma sulla cervice uterina, assottigliamento nel tempo dell’endometrio e ipomobilità tubarica.
Quali sono gli effetti collaterali e in quali casi la pillola è assolutamente sconsigliata per una donna in età fertile?
La pillola con estroprogestinico è assolutamente sconsigliata a persone che hanno avuto eventi trombotici, sono a rischio di eventi trombotici (si vede da esami del sangue), soffrono di emicrania con aura, soffrono di instabilità del tono dell’umore, depressione e importante riduzione della libido. In signore che hanno i primi due problemi elencati si può somministrare una pillola che contiene solo progestinico, invece negli altri casi anche la pillola con solo progestinico può dare importanti effetti collaterali. Effetti minori sono l’aumento ponderale, la ritenzione idrica, aumento dell’acne, se dovessero verificarsi si può provare a cambiare prodotto e spesso questi problemi rientrano.
L’uso prolungato della pillola influisce sulla fertilità futura della donna (con e senza PCOS)?
No.
Per sua esperienza, quanto è importante un lavoro interdisciplinare per affrontare la PCOS e quali sono i limiti dell’esperienza del ginecologo nell’intervenire sulla sindrome?
Si tratta di una sindrome complessa e la maggior parte di noi ginecologhe non siamo preparate ad affrontare nella sua globalità tutti gli aspetti, per questo ritengo che un approccio multidisciplinare che prevede l’intervento di endocrinologhe, psicologhe, nutrizioniste, analiste di laboratorio preparate, sia indispensabile per poter seguire al meglio, in tutte le diverse fasi della vita riproduttiva e non, le donne affette da PCOS.
Ogni quanto consiglia un controllo ginecologico ad una donna che soffra di PCOS?
Se una donna è ben seguita, è stata fatta una buona diagnosi (a volte ci vuole tempo per questa fase), si è stabilito il contatto giusto con la rete degli altri professionisti una visita all’anno è sufficiente.
Dipende poi dalle esigenze della donna stessa, se una persona si sente più al sicuro con controlli più ravvicinati perché negarglieli? Se una ragazza si avvicina alla sua fase riproduttiva probabilmente sarà necessario eseguire più controlli ed un rapido invio al centro di PMA (procreazione medicalmente assistita) per non far perdere del tempo prezioso alla coppia, anche in questo caso sarà di fondamentale importanza l’accompagnamento della psicologa.
Dott.ssa Rosanna Palmiotto – medico specializzato in Ginecologia ed Ostetricia