Intervista al dott. Marco Ghezzi, endocrinologo di PCOS Italia, per la rivista Medicina Moderna – anno IX n° 36 – Ottobre 2019
Dottore, può spiegarci cos’è la Sindrome dell’Ovaio Policistico?
E’ un disordine eterogeneo che comprende un insieme di segni e sintomi, che vanno dall’eccesso di androgeni (cioè degli ormoni maschili), alla disfunzione ovulatoria e al sovrappeso/obesità associato ad insulino resistenza. L’aspetto morfologico tipicamente policistico delle ovaie in realtà è presente solo nelle forme più severe, e denota uno stato di non ovulazione cronica che può portare anche a lunghi periodi di amenorrea, cioè di assenza di mestruazioni.
E’ un’alterazione frequente? E quali possono essere le sue cause?
Assolutamente sì. E’ la più comune alterazione endocrina e metabolica in età riproduttiva, arrivando ad interessare circa il 20% delle donne. Le cause rimangono ancora largamente sconosciute, anche se evidenze sempre maggiori suggeriscono che questa sindrome possa essere un complesso disordine multigenico con forti influenze ambientali.
Ci si accorge di soffrirne solo attraverso esami specifici o ci possono essere dei campanelli di allarme?
Le alterazioni del ciclo mestruale, che in genere tendono ad allungarsi fino talvolta a scomparire del tutto, la possibile comparsa di peluria eccessiva o in sedi non fisiologiche (volto, linea alba e dorso), l’aumento anche significativo di peso, nonostante un corretto stile di vita, possono essere campanelli di allarme. Naturalmente è importante eseguire esami diagnostici atti a valutare la presenza o meno di ovulazione, lo stato ormonale e la concomitanza di alterazioni del metabolismo glucidico, in particolare insulino resistenza.
Quali sono le possibili terapie?
Laddove ci siano alterazioni severe del ciclo mestruale, iperandrogenismo e/o ovaie policistiche all’ecografia, può essere preferibile la pillola estro-progestinica, mentre in caso di ricerca di una gravidanza è indicata l’induzione farmacologica dell’ovulazione. Esistono inoltre farmaci che possono migliorare/risolvere la resistenza insulinica e con essa il metabolismo.
Lo stile di vita può aiutare?
Certamente. Alcuni accorgimenti alimentari (soprattutto incrementare l’uso di frutta e verdura e ridurre i carboidrati) e lo stile di vita (prevedere un’attività fisica aerobica moderata ma costante) possono contribuire a migliorare le manifestazioni di questa complessa sindrome.
Autore: dott. Marco Ghezzi – endocrinologo
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